Derattizzazione

Efficaci con cura nel rispetto dell'ambiente

Derattizzazione ecologica e sistemi integrati ecocompatibili

World Service Disinfestazione, ditta da anni attiva in tutta la provincia di Salerno e di Potenza nel settore delle disinfestazioni, ha messo a punto una speciale tecnica di derattizzazione ecologica utile per liberarvi dall'ingombrante e fastidiosa presenza di ratti e topi senza mettere a repentaglio la salute dell'ambiente circostante.

Obiettivo finale della procedura è l’eliminazione definitiva degli animali infestanti. I topi, i ratti e gli altri roditori sono spesso portatori di malattie pericolose per gli altri animali e per gli esseri umani, motivo per cui la loro presenza dev'essere necessariamente debellata nei centri abitati.

Con la derattizzazione ecologica studiata dalla ditta di Atena Lucana, potrete dire addio ai topi senza dover ricorrere a trappole obsolete ed esche avvelenate.

Mai più topi in casa

Per World Service Disinfestazione la soddisfazione del cliente è fondamentale

Per tutelare la vostra salute e quella dei vostri cari dal pericolo di ratti e topi, la ditta di Atena Lucana vi propone soluzioni personalizzate di derattizzazione ecologica con specifici prodotti privi di additivi chimici nocivi per l'uomo e l'ambiente.

A seguito di un accurato sopralluogo, i tecnici provvederanno alla bonifica dei vostri spazi interni ed esterni.

Derattizzazione

Ekomille

Ekomille è uno speciale sistema di derattizzazione ecologica che prevede l'impiego di una trappola elettromeccanica per ratti, topi e roditori infestanti di ogni tipo.

World Service Disinfestazione ad Atena Lucana vi propone questa innovativa strategia per un'eliminazione dei topi definitiva e, soprattutto, non invasiva né aggressiva per l'ambiente.

mus-musculus

Mus Musculus

Il topo comune (Mus musculus) è un piccolo mammifero roditore della famiglia dei Muridi. Viene anche chiamato topo domestico, per differenziarlo dal topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e dal topo campagnolo (Microtus arvalis).

Questa è la specie di gran lunga più diffusa del genere Mus, il quale appartiene alla famiglia dei Muridi e comprende una quarantina di specie: il topo domestico si può infatti trovare comunemente in quasi tutti i paesi del mondo, e spesso al fianco degli umani, che involontariamente gli procurano vitto ed alloggio ma non sempre in armonia con loro, in quanto i topi possono provocare danni anche gravi alle colture ed alle dispense di cibo (oltre a rendersi portatori di una serie di patologie, come la leptospirosi).

La sua taglia estremamente ridotta (il suo peso medio è compreso fra i 10 e i 15 grammi) lo rende in grado di colonizzare capillarmente intere strutture civili, complicando così la strategia di difesa. Inoltre, il suo ridotto fabbisogno idrico fa sì che possa adattarsi a vivere in qualunque ambito offra disponibilità di alimenti, non essendo l’acqua un fattore limitante.

Infine, il suo potenziale riproduttivo esplosivo lo rende in grado di infestare rapidamente qualunque ambiente offra le condizioni ecologiche adeguate in termini di cibo e possibilità di ricovero: si pensi che una femmina è in grado di riprodursi all’età di 60 giorni, dando alla luce da 5 a 8 piccoli anche una volta al mese.

Il pelo corto e lucente, varia individualmente dal brunastro al nero. Esso ricopre interamente il corpo, tranne zampe, orecchie, coda e punta del muso, che sono quasi del tutto glabre e di colore grigio-rosato.

La testa, dalla forma allungata, contiene la bocca (delimitata da due labbra) e gli organi sensoriali olfattivo, visuale e uditivo. Gli occhi sono neri, lucidi e muniti di palpebre. Essendo l’animale di abitudini crepuscolari e notturne, non necessita della visione a colori e perciò si suppone che la sua vista sia in bianco e nero o solo leggermente a colori.

Sulla sommità del cranio si trovano le orecchie, che hanno padiglione glabro e membranaceo. Il senso dell’udito nei topi è molto sviluppato, infatti essi possono udire frequenze fino ai 100 kHz e forse anche maggiori, quindi ben oltre la soglia degli ultrasuoni. Il topo è in grado di comunicare con i suoi simili sia con suoni udibili all’orecchio umano (squittii), generalmente utilizzati per i richiami a lunghe distanze, sia con richiami ultrasonici, utilizzati nella comunicazione su breve distanza.

Sulla punta del muso si trovano le narici e l’organo vomeronasale, utilizzato dall’animale per individuare i feromoni, secreti dalle ghiandole prepuziali di ambo i sessi e rilasciati anche tramite le lacrime. Sulla punta del muso sono site inoltre le sensibili vibrisse, che hanno funzione tattile e vengono utilizzate dall’animale anche per comprendere le dimensioni degli anfratti nei quali si trova.

Si tratta di animali attivi perlopiù dopo il tramonto. Durante la notte si tengono ben lontani dalle fonti di luce violenta. Durante il giorno, i topi riposano in tane poste in luoghi riparati e foderati con vari materiali, come cartone, stoffa ed erba. Il topo non va in letargo, a differenza di molti altri roditori: esso si adatta infatti molto bene ad ambienti freddi (purché vi sia disponibilità di cibo), al punto che se ne trovano popolazioni stabili anche all’interno di celle frigorifere.

Il topo è un animale socievole con gli animali della sua stessa specie, tende a riconoscere i suoi simili in base alla costituzione genetica, agevolato dal fatto che i geni inseriti nel complesso di istocompatibilità sono decisivi sull’odore emesso dal corpo del topo. Quindi i topi con lo stesso odore, tendenzialmente, sono appartenenti alla stessa famiglia. I ricercatori della Università della Florida hanno scoperto che le femmine cercano di accoppiarsi con maschi aventi odori diversi dal loro e tendono a costituire nidi in comune con femmine aventi lo stesso odore, quindi con eventuali sorelle. In ogni caso, i maschi sono territoriali e tendono a definire un proprio spazio all’interno del quale dominano su varie femmine e cuccioli. Dei maschi dominanti tenuti in uno spazio angusto come una gabbia, anche se cresciuti insieme e vissuti l’uno nei pressi dell’altro (ad esempio in territori limitrofi), non tarderanno a dare segnali di aggressività ed a cominciare a combattere fra loro. Per segnalare la propria presenza ed evitare quindi episodi di intolleranza, i topi si affidano a segnali olfattivi, quali principalmente la marcatura del proprio territorio con urina e feci. Queste ultime, lunghe circa 3 mm e di colore nero sono il segnale visibile anche all’occhio umano della presenza di topi nell’ambiente. L’urina, in particolare quella dei maschi, ha un forte odore dovuto alla presenza di numerosi composti chimici e di feromoni.

Il topo si muove sulle quattro zampe con passo veloce, che copre all’incirca 4,5 cm. I topi sono in grado di compiere salti di una quarantina di centimetri di lunghezza. Quando tuttavia l’animale è impegnato a mangiare, combattere od orientarsi in un territorio sconosciuto, non è infrequente che si erga sulle zampe posteriori, utilizzando la coda per bilanciarsi. La coda viene utilizzata per tenersi in equilibrio anche durante il salto e la corsa.

Si tratta di animali tendenzialmente onnivori: mangiano perlopiù prodotti di origine vegetale, ma all’occorrenza non disdegnano carne.

Il topo ricava l’acqua di cui necessita per la maggior parte dal cibo: in ogni caso necessita anch’esso di bere ogni tanto. Per integrare la propria dieta, non esita infine a praticare la coprofagia. A differenza del comune pensiero, ispirato dall’immagine trasmessa nei cartoni animati, i topi non mangiano formaggio se non in caso di estrema carenza di cibo.

I topi hanno un potenziale riproduttivo assai elevato. Se si calcola che una femmina di Topo domestico raggiunge la maturità sessuale all’età di sessanta giorni, può dare luogo ad un parto al mese, dando alla luce -in media- 8 piccoli alla volta, ne deriva che nell’arco di un anno una coppia è teoricamente in grado di dare alla luce la bellezza di 96 figli ed un totale di 253.760 discendenti!

rattus-rattus

Rattus Rattus

Ratto nero dei tetti (Il diffidente).

Il ratto nero (Rattus rattus), un mammifero roditore appartenente alla famiglia Muridae, è inserito nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.

Misura circa 16/20cm (Corpo/testa) con una coda lunga quanto il corpo se non di più. Il peso si aggira attorno ai 200 g, tuttavia non sono rari esemplari di 300 g. I maschi sono generalmente più grossi e robusti rispetto alle femmine.

Il corpo è squadrato e robusto, con zampe posteriori più lunghe e forti rispetto a quelle anteriori: la parte inferiore dei pollici anteriori presenta anelli a forma di scaglie, mentre gli alluci delle zampe posteriori sono ridotti a semplici tubercoli. Su ogni zampa si trovano nella regione plantare cinque cuscinetti in corrispondenza delle dita.

Il pelo, come intuibile dal nome comune, è di colore nero, con tendenza a schiarirsi nella zona ventrale: le popolazioni locali presentano caratteristiche sfumature di bianco, grigio e bruno su dorso e ventre, spesso con sfumature azzurrognole. Il tarso e la zampa vera e propria sono glabri e di colore carnicino-nerastro, mentre la coda, ricoperta di radi peli, è scagliosa e dello stesso colore delle zampe. Il muso appuntito è glabro e rosato, così come le orecchie di media grandezza. Gli occhi sono neri. Sul muso sono presenti lunghe e sensibili vibrisse.

Rispetto al ratto grigio (RATTO NORVEGICUS), il ratto nero presenta generalmente corporatura più slanciata, tuttavia gli esemplari più piccoli e scuri di ratto delle chiaviche possono facilmente passare per ratti neri ad un occhio inesperto o disattento: le due specie presentano tuttavia differenze consistenti a livello cranico, in particolare il ratto nero non possiede le due creste ossee laterali tipiche invece del ratto grigio, mentre il cranio è più stretto ed allungato, con orbite oculari di maggiori dimensioni e molari di forma differente. Le orecchie del ratto nero sono del tutto glabre, a differenza di quelle dei ratti delle chiaviche, che sono ricoperte da una rada e fine peluria; esse sono inoltre più grandi in proporzione al cranio, misurando fino a circa la metà di quest’ultimo ed arrivando, se tirate in avanti, a coprire la metà superiore dell’orecchio.

I ratti neri vivono in gruppi misti comprendenti numerosi esemplari di ambedue i sessi. Fra i maschi è presente una rigida gerarchia, che si traduce nel maggiore o minore accesso al cibo o alle femmine: queste ultime sono più aggressive rispetto ai maschi e tendono a spostarsi di meno nell’ambito del territorio che ciascun gruppo delimita e che misura in genere circa un centinaio di metri quadrati. Anche fra le femmine è presente una gerarchia, in particolare vi sono sempre due o tre di esse che sono dominanti rispetto a tutti gli altri appartenenti al gruppo, ad eccezione del maschio dominante. Generalmente, i ratti neri si curano poco del proprio territorio, difendendo in modo aggressivo dagli intrusi solo le aree strategiche come le provviste di cibo.

I vari esemplari comunicano fra loro tramite squittii, mentre i comportamenti di dominanza vengono tradotti in posture particolari e nel contatto fisico fra i vari esemplari. Spesso i ratti neri secernono una particolare sostanza oleosa che viene utilizzata sia nella comunicazione con altri esemplari nell’ambito dello stesso gruppo, che come deterrente per gli intrusi, in quanto spesso questa viene utilizzata per marcare i confini del territorio.

Questi animali sono attivi a tutte le ore, ma presentano picchi di attività principalmente dopo il tramonto: durante il giorno, i ratti neri tendono a riposarsi in nidi voluminosi e di forma globulare, costruiti con steli d’erba e foglie, situati generalmente in alto, ad esempio fra le fronde di un albero o ai piani alti di un edificio (in particolare nelle soffitte, da cui il nome comune di “ratto dei tetti”): solo raramente i ratti neri si scavano tane ipogee. Per muoversi a grandi altezze, il ratto nero utilizza la lunga coda come un contrappeso durante i suoi movimenti, per mantenere l’equilibrio ed evitare di cadere.

Si tratta di animali tendenzialmente onnivori: mangiano perlopiù prodotti di origine vegetale, ma all’occorrenza non disdegnano carne.

Il topo ricava l’acqua di cui necessita per la maggior parte dal cibo: in ogni caso necessita anch’esso di bere ogni tanto. Per integrare la propria dieta, non esita infine a praticare la coprofagia. A differenza del comune pensiero, ispirato dall’immagine trasmessa nei cartoni animati, i topi non mangiano formaggio se non in caso di estrema carenza di cibo.

rattus-norvegicus

Ratto Norvegicus

A dispetto del nome scientifico, il ratto norvegese proviene dall’Asia, molto probabilmente dalla Cina settentrionale, dalla Mongolia e dalla Siberia sudorientale. Diffusosi anche attraverso i commerci umani, oggi il ratto norvegese è presente ovunque sia presente l’uomo, con poche eccezioni dall’Antartide, l’Alberta e alcune riserve speciali in Nuova Zelanda). Sulla base della diffusione, il Ratto Norvegicus viene considerato una delle specie animali di maggior successo. Se ne conoscono cinque sottospecie, la validità delle quali è stata tuttavia spesso messa in discussione: Rattus norvegicus albinicus, Rattus norvegicus caraco, Rattus norvegicus domesticus, Rattus norvegicus norvegicus e Rattus norvegicus socer. Il nome norvegicus viene fatto risalire al 1769, quando nel libro “Profili della storia naturale della Gran Bretagna” il naturalista John Berkenhout racconta dell’arrivo dei ratti in Inghilterra attraverso navi di provenienza per l’appunto norvegese In Italia, la sottospecie nominale è diffusa in tutto il territorio peninsulare. In natura, la specie è associata a fiumi, stagni ed in genere a sorgenti permanenti d’acqua anche salmastra, dal livello del mare alla media collina: si tratta tuttavia di una specie spiccatamente antropofila, che predilige ambienti ad antropizzazione forte e permanente, colonizzando le fognature (da cui il nome di “ratto delle chiaviche”, in contrapposizione al ratto dei tetti che predilige aree asciutte), le discariche ed in generale le zone dove vi è una forte dispersione di cibo e una scarsa igiene. Describe the item or answer the question so that site visitors who are interested get more information. You can emphasize this text with bullets, italics or bold, and add links.
La sua taglia estremamente ridotta (il suo peso medio è compreso fra i 10 e i 15 grammi) lo rende in grado di colonizzare capillarmente intere strutture civili, complicando così la strategia di difesa. Inoltre, il suo ridotto fabbisogno idrico fa sì che possa adattarsi a vivere in qualunque ambito offra disponibilità di alimenti, non essendo l’acqua un fattore limitante. Infine, il suo potenziale riproduttivo esplosivo lo rende in grado di infestare rapidamente qualunque ambiente offra le condizioni ecologiche adeguate in termini di cibo e possibilità di ricovero: si pensi che una femmina è in grado di riprodursi all’età di 60 giorni, dando alla luce da 5 a 8 piccoli anche una volta al mese. Il pelo corto e lucente, varia individualmente dal brunastro al nero. Esso ricopre interamente il corpo, tranne zampe, orecchie, coda e punta del muso, che sono quasi del tutto glabre e di colore grigio-rosato. La testa, dalla forma allungata, contiene la bocca (delimitata da due labbra) e gli organi sensoriali olfattivo, visuale e uditivo. Gli occhi sono neri, lucidi e muniti di palpebre. Essendo l’animale di abitudini crepuscolari e notturne, non necessita della visione a colori e perciò si suppone che la sua vista sia in bianco e nero o solo leggermente a colori. Sulla sommità del cranio si trovano le orecchie, che hanno padiglione glabro e membranaceo. Il senso dell’udito nei topi è molto sviluppato, infatti essi possono udire frequenze fino ai 100 kHz e forse anche maggiori, quindi ben oltre la soglia degli ultrasuoni. Il topo è in grado di comunicare con i suoi simili sia con suoni udibili all’orecchio umano (squittii), generalmente utilizzati per i richiami a lunghe distanze, sia con richiami ultrasonici, utilizzati nella comunicazione su breve distanza. Sulla punta del muso si trovano le narici e l’organo vomeronasale, utilizzato dall’animale per individuare i feromoni, secreti dalle ghiandole prepuziali di ambo i sessi e rilasciati anche tramite le lacrime. Sulla punta del muso sono site inoltre le sensibili vibrisse, che hanno funzione tattile e vengono utilizzate dall’animale anche per comprendere le dimensioni degli anfratti nei quali si trova.
Si tratta di animali attivi perlopiù dopo il tramonto. Durante la notte si tengono ben lontani dalle fonti di luce violenta. Durante il giorno, i topi riposano in tane poste in luoghi riparati e foderati con vari materiali, come cartone, stoffa ed erba. Il topo non va in letargo, a differenza di molti altri roditori: esso si adatta infatti molto bene ad ambienti freddi (purché vi sia disponibilità di cibo), al punto che se ne trovano popolazioni stabili anche all’interno di celle frigorifere. Il topo è un animale socievole con gli animali della sua stessa specie, tende a riconoscere i suoi simili in base alla costituzione genetica, agevolato dal fatto che i geni inseriti nel complesso di istocompatibilità sono decisivi sull’odore emesso dal corpo del topo. Quindi i topi con lo stesso odore, tendenzialmente, sono appartenenti alla stessa famiglia. I ricercatori della Università della Florida hanno scoperto che le femmine cercano di accoppiarsi con maschi aventi odori diversi dal loro e tendono a costituire nidi in comune con femmine aventi lo stesso odore, quindi con eventuali sorelle. In ogni caso, i maschi sono territoriali e tendono a definire un proprio spazio all’interno del quale dominano su varie femmine e cuccioli. Dei maschi dominanti tenuti in uno spazio angusto come una gabbia, anche se cresciuti insieme e vissuti l’uno nei pressi dell’altro (ad esempio in territori limitrofi), non tarderanno a dare segnali di aggressività ed a cominciare a combattere fra loro. Per segnalare la propria presenza ed evitare quindi episodi di intolleranza, i topi si affidano a segnali olfattivi, quali principalmente la marcatura del proprio territorio con urina e feci. Queste ultime, lunghe circa 3 mm e di colore nero sono il segnale visibile anche all’occhio umano della presenza di topi nell’ambiente. L’urina, in particolare quella dei maschi, ha un forte odore dovuto alla presenza di numerosi composti chimici e di feromoni. Il topo si muove sulle quattro zampe con passo veloce, che copre all’incirca 4,5 cm. I topi sono in grado di compiere salti di una quarantina di centimetri di lunghezza. Quando tuttavia l’animale è impegnato a mangiare, combattere od orientarsi in un territorio sconosciuto, non è infrequente che si erga sulle zampe posteriori, utilizzando la coda per bilanciarsi. La coda viene utilizzata per tenersi in equilibrio anche durante il salto e la corsa.
Si tratta di animali tendenzialmente onnivori: mangiano perlopiù prodotti di origine vegetale, ma all’occorrenza non disdegnano carne. Il topo ricava l’acqua di cui necessita per la maggior parte dal cibo: in ogni caso necessita anch’esso di bere ogni tanto. Per integrare la propria dieta, non esita infine a praticare la coprofagia. A differenza del comune pensiero, ispirato dall’immagine trasmessa nei cartoni animati, i topi non mangiano formaggio se non in caso di estrema carenza di cibo.
I topi hanno un potenziale riproduttivo assai elevato. Se si calcola che una femmina di Topo domestico raggiunge la maturità sessuale all’età di sessanta giorni, può dare luogo ad un parto al mese, dando alla luce -in media- 8 piccoli alla volta, ne deriva che nell’arco di un anno una coppia è teoricamente in grado di dare alla luce la bellezza di 96 figli ed un totale di 253.760 discendenti!